martedì 7 settembre 2010

Il ruolo dei progettisti...

Come annunciato ieri, non esitiamo a pubblicare un post molto delicato nella speranza che possa essere d'aiuto a quanti si avvicineranno alla realizzazione di una casa.
"Spesso l'architetto viene considerato come un professionista di "lusso", molto costoso, che si possono permettere in pochi e che tendenzialmente cura l'estetica della casa, i colori, le luci, gli arredi. Non è così. Un buon architetto, grazie ad una scelta oculata dei tipi di intervento da attuare, dei materiali da utilizzare e non ultimo per importanza, dei preventivi degli artigiani o delle imprese che si dovranno coinvolgere, spesso è in grado di far risparmiare denaro garantendo, in qualità di direttore dei lavori, la migliore qualità. Infatti l'architetto è in grado di seguire l'intervento dalle sue prime fasi (progettazione, permessi comunali, ecc.), fino alla sua conclusione...."
Quanto virgolettato sopra è un estratto dell'Architetto Paolo Boni che posta una serie di commenti propedeutici alla scelta del professionista. Non lo posso negare, personalmente io e Valeria siamo rimasti scottati dalla nostra scelta: ci siamo affidati a persone di fiducia nella speranza che ci potessero accompagnare nel viaggio ad ostacoli che porta alla realizzazione di una casa, tuttavia in troppe occasioni abbiamo perso la loro mano e per di più di fronte ad alcuni passaggi delicati, non potendo superare loro l'ostacolo, ci hanno abbandonato costringendoci a cercare il disperato aiuto di professionisti che ci permettessero di andare avanti. Abbandonando le metafore, proverò a snocciolare tutti gli errori che hanno portato a questa scelta: per mio carattere ritengo opportuno indugiare su quanto dipendente dalle mie scelte, resta pacifico il fatto che un buon professionista ha pur sempre il dovere di comportarsi come sua deontologia professionale impone.
  • Il professionista è persona a cui ci affidiamo su base fiduciaria ma è necessario andare oltre cercando di fissare ogni punto che toccherà il rapporto: non è firmando un disciplinare di contratto che verrà meno la fiducia. Proporre un contratto è un dovere del professionista, sia esso architetto, geometra o ingegnere: deve fissare in maniera indelebile sulla carta ciascuna delle fasi che seguirà (direttamente o attraverso terzi) o quanto lascerà al committente, secondo l'approccio il più trasparente possibile. Questa strada garantisce ulteriore risalto alla prestazione oltre a dare la giusta chiave di lettura al committente.
  • Se affidiamo il pacchetto completo al professionista dobbiamo comunque insistere affinchè tutte le voci siano dettagliate: per persone assolutamente ignoranti come eravamo io e Valeria sul tema della costruzione della casa, affidare il pacchetto completo significava non doversi più preoccupare di nulla; in effetti così doveva essere, probabilmente anche nelle intenzioni di chi si è posto inizialmente come il "fac totum" del nostro progetto, la realtà però ci ha costretto a ricercare un termotecnico, un ingegnere per i calcestruzzi e le fondazioni, un ingegnere per la progettazione degli scarichi etc.. E' buona cosa avere eccesso di zelo e chiedere che tutti i punti vengano discussi e confermati a carico di uno o dell'altro. Indicare in fase di preventivo il generico punto "progettazione" è estremamente riduttivo; per intendersi, parliamo dei soli architettonici o anche degli esecutivi? sono contemplati modellini? sviluppi 3D o render? la progettazione porta con se per esempio la verifica dei calcestruzzi armati, questa firma può essere di un ingegnere o di un architetto purchè iscritto all'albo da almeno 10 anni: il committente non può e non deve scoprire che questa firma deve essere affidata ad un terzo professionista perchè colui che ha incaricato non può firmare. E comunque a prescindere dal potere di firma, chi si fa carico del "pacchetto completo" dovrà gestire questo passaggio affidandosi a colleghi o professionisti con i quali collabora senza gravare sul committente.
  • Il professionista a cui ci affideremo non deve essere confinato nella torre d'avorio dove il suo più fedele collaboratore è il CAD: il nostro professionista dopo aver partorito tavole, dovrà confrontarsi con il cantiere, il territorio le istituzioni. Per questo è davvero importante avvalersi di una figura vicina, nel medesimo comune o provincia affinchè i contatti siano frequenti e agevolati dalla vicinanza.
  • Il progettista non deve e non può essere un "yes man!". Il committente ha bisogno del confronto, sia esso anche uno scontro: troppo spesso le idee di un profano non hanno valenza tecnica o funzionale, può accadere che i tempi pianificati dal committente non siano opportuni o si scontrino la best practice richiesta. Il professionista nell'assecondare le indicazioni del committente deve essere un grillo parlante sempre pronto a mettere in guardia e consigliare per il meglio.
In conclusione, questo post non vuole essere una crociata contro coloro che sino a questo punto ci hanno accompagnato nel progetto, ma una semplice disamina con le indicazioni per coloro che attraverso questo blog traggono spunti per seguire la strada migliore che porta alla propria casa!

Nessun commento:

Posta un commento